(per i bambini di 2-5 anni)
Quando pensiamo al gioco abbiamo assolutamente un’idea di competenza che ci rende sicuri di avere strumenti sufficienti per comprenderne svolgimento e finalità, tanto da poterlo visualizzare e seguirne l’andamento mentalmente.
Ma di fronte al gioco del bambino ci ritroviamo improvvisamente disarmati.
La confusione, gioco ripetitivo, mancanza di senso, utilizzo dell’oggetto in modo apparentemente poco corretto, è difficile. Eppure, il gioco del bambino risponde al suo bisogno ed è perfetto nella sua costruzione. Il senso del gioco risiede nel fare esperienza che poi diventerà costruzione del pensiero, conoscenza e ascolto del corpo in movimento.
Il significato del gioco e la funzione dell’uso degli oggetti arrivano dopo, perché prima bisogna partire dalla confusione, dalla ripetizione infinita, dal mettere insieme tutto per poi distinguere e separare.
Gli incontri di Psicomotricità Educativa con i genitori aiutano a comprendere il gioco del bambino.
Si gioca insieme e si lascia da parte per un po’ il: “come si fa”, permettendosi di riscoprire il piacere di giocare ma soprattutto della condivisione.
Ci saranno oggetti che il bambino utilizzerà naturalmente mentre l’adulto li ritroverà nella memoria perché giocare è proprio un tuffo nei ricordi di quando eravamo bambini, ed lì che ritroveremo le competenze per ri-imparare a giocare.
I blocchi motori diventano case, castelli, torri, muri e strade. Le corde legano o creano strutture aeree di nodi che sembrano un po’ tante cose. I peluche rassicurano ma sono anche i protagonisti di racconti di cura, accudimento e a volte di paura.
Giocare è facile bisogna solo ricordare come si fa!
Dedicheremo tempo per ricordare come si gioca insieme e per insegnare al bambino la reciprocità: lui ci aiuta a ricordare il bambino che siamo stati, noi lo aiutiamo a fare l’esperienza del giocare insieme, molto utile quando si ritroverà a confrontarsi con i coetanei e con il mondo.